IL CASO DELL'ESAME ORALE DI LINDA, VIRGINIA E LUCREZIA

 




Nel panorama scolastico l’esame di maturità possiede una grande importanza a livello formale. Tale importanza porta con sé inevitabili critiche e controversie che nel periodo d’esami escono facilmente. Linda, Virginia e Lucrezia sono tre ragazze di Venezia che si sono rifiutate di esporre il proprio esame orale in segno di protesta. Le tre ragazze hanno preso questa decisione dopo le numerose insufficienze attribuite dal commissario esterno nella prova scritta di greco. La protesta ha poi allargato i propri confini fino a una critica generale al sistema burocratico della maturità e alla presunta non funzionalità di essa, in quanto non in grado di valutare un percorso di cinque anni. 


E’ innegabile che il gesto di queste tre ragazze abbia avuto un impatto molto forte sia a livello mediatico che a livello istituzionale, dove le figure politiche si sono trovate in difficoltà a gestire una tale situazione. 


Di fronte a questo evento così inusuale, i social e i media non hanno aspettato a farsi sentire e in poche ore si sono formate due fazioni. Chi sosteneva la scelta delle ragazze, chi invece la trovava scorretta e inopportuna. Vecchie contro nuove generazioni verrebbe da pensare a primo impatto. Ho chiesto a Lorenzo Sanna e Marcello Bramati, due professori ex dirigenti scolastici e scrittori, la loro opinione in merito a questa vicenda. Alla domanda come avrebbero reagito se uno studente si fosse rifiutato di sostenere l'orale, entrambi i docenti mi hanno subito espresso il loro dispiacere di fronte a una tale situazione. “Se fossi stato un commissario interno alla prova d’esame sicuramente ci sarei rimasto male.” commenta il prof. Sanna, aggiungendo: "Se la commissione ha sbagliato, dimostrate che ci siamo sbagliati”.

“Avrei cercato di fare iniziare il colloquio non per questioni formali, ma perché credo che a questa età l'idea del riscatto debba essere più forte della resistenza passiva” risponde il prof. Bramati, aggiungendo: “Dimostrami con te stesso e con la tua determinazione che ci siamo sbagliati, che è un'ingiustizia e che vali di più, anche didatticamente”. Le risposte date dai professori sono ben lontane dallo scontro generazionale a cui siamo abituati. Siamo soliti a dividere in due fazioni nemiche e opposte professori e studenti, quando ci dimentichiamo che entrambi fanno parte dello stesso ecosistema. Fino a quando non si vorrà collaborare, non potrà esistere una scuola migliore. A tal proposito Marcello Bramati commenta dicendo: “Si fa fatica a crescere come istituzione e come singole persone nella scuola se manca un dialogo”. La scena muta è stata una decisione molto netta ma forse Linda, Virginia e Lucrezia si sono dimenticate di avere una possibilità - l'esame orale stesso - per far valere le proprie idee e dimostrare, come detto dai professori, che la correzione fosse sbagliata.


Al centro di questa vicenda però non ci sono solo i professori ma soprattutto i ragazzi e le ragazze che frequentano la scuola. Cosa pensano gli studenti che hanno fatto quest’anno la maturità della vicenda? Ho chiesto a Edoardo Ventafridda, studente milanese di quinta liceo appena maturato come avesse reagito a questa vicenda: “Non credo che ci fosse l’intenzione di volersi mettere sui riflettori e diventare un caso mediatico nazionale. Da un lato ha avuto l'effetto positivo di riportare il dibattito per migliorare l'esame, ma personalmente non apprezzo e non condivido assolutamente la scelta delle ragazze di fare questo teatrino.” Aggiunge anche: “Seppur comprendo la rabbia nei confronti del “sistema scuola” e della maturità non avrei assolutamente replicato”. Al contrario di quanto si possa immaginare, le parole di Edoardo dimostrano come non tutti gli studenti si siano schierati al fianco dei compagni e non tutti i professori contro. A dimostrarlo è stata anche la preside del liceo di Venezia da cui provenivano le tre ragazze che ha invece voluto sottolineare la dimostrazione di maturità che hanno avuto opponendosi alla correzione. 


E’ innegabile come questo caso abbia inoltre messo in luce vari problemi a livello organizzativo della scuola. Di fronte a questi fatti, le istituzioni scolastiche si sono trovate in difficoltà a gestire l’accaduto, arrivando persino a chiedere l’intervento del Ministro dell'Istruzione Valditara che ha provveduto a inviare ispettori per il controllo delle prove d’esame. Allo stesso tempo alcune figure politiche si sono schierate contro la decisione delle studentesse definendo il loro comportamento immaturo e irrispettoso nei confronti delle stesse istituzioni scolastiche. Tuttavia, è interessante la risposta del prof. Bramati alla domanda sul perché il sistema scolastico abbia fatto così fatica a gestire l’accaduto: “La scuola è schiava ed è schiacciata dalla burocrazia. Fare qualcosa che esca dal protocollo mette sicuramente in difficoltà e in ginocchio la scuola. Invitare un autore è complicato, organizzare un viaggio d’istruzione è impossibile. Tutto il sistema burocratico deve essere rivisto e molto semplificato.” Questa osservazione proveniente da un docente lascia trasparire come l'istituzione scolastica stia vivendo una forte crisi interna. Il problema centrale che a risentirne maggiormente è chi la scuola la vive tutti i giorni seduto su quella cattedra e su quel banco.


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